misteriosa presenza a roccalbegna

Correva tra le viuzze del paesino, la notte era fonda e non un anima girava per le strade.
Imboccò una traversa della via principale e proseguì ansimante lungo la via.
La gamba le doleva sempre più, presto correre sarebbe stato impossibile.

Alla fine della via vide un fienile, quando vi entrò dentro l'odore di fieno umido la travolse, poco lontano sentì nitrire un cavallo.
Alla fievole luce della luna cercò di trovare qualcosa che potesse fungere da arma, ma era tutto troppo scuro troppo tetro.
Camminava quasi alla ceca, con le braccia sporte in avanti per non andare a sbattere quando la sua mano incontrò qualcosa di duro e freddo.
Tirò con quanta forza aveva e quell'oggetto venne via dal suo giaciglio.
Uscì alla luce della luna per vedere di cosa si trattasse, era un forcone, quelli che serviva per raccogliere il fieno... ottimo!

Per un momento pensò di tornare dentro il fienile, ma era troppo buio non si sarebbe potuta difendere, così torno in dietro sui suoi passi fino a trovare l'ennesimo vicoletto.

I suoi passi rimbombavano sulla fredda roccia, sordi e ritmati da una musica che l'orecchio non poteva udire... quella del suo cuore che fremeva.
Un piccolo portone le si stagliò sulla destra. L'entrata abbastanza profonda per ripararla, le permetteva di avere il favore dell'ombra ma nello stesso tempo vedere la stradella illuminata dalla luna... un riparo perfetto.
Vi entrò e si mise ad attendere.
Il battito del suo cuore le assordava le orecchie, aveva quasi paura che l'uomo l'avrebbe trovata per via di quel fracasso. Cercò di fare alcuni respiri profondi per farlo rallentare, cercò di non pensare al dolore che dalla caviglia le risaliva l'intera gamba, cercò di ritrovare il sangue freddo...

Lentamente riprese a respirare normalmente, veglia e attenta cercava di sentire tutti i suoni della notte... un lupo ululava lontano mentre, alcuni cani abbaiavano per le campagne, gli uccelli notturni avvertivano le prede che il momento della loro morte si stava avvicinando... poi passi... lenti passi riecheggiarono per le vie...

Nel silenzio della notte solo il rimbombo dei passi che si avvicinavano lenti e snervanti.
Teneva stretto tra le mani il forcone e attendeva il momento più propizio per usarlo...
Aveva ritrovato contegno e sangue freddo era pronta ad affrontarlo, non sarebbe piu fuggita.
La gamba le doleva sempre di più ma in quell'istante non poteva dargli importanza... eri li a pochi metri da lei, nel bene e nel male presto sarebbe tutto terminato.

Sentì cigolare un anta ed ebbe un sussulto, forse quella sarebbe stata la sua ultima notte e solo i muri della sua città ne sarebbero stati testimoni... che fine triste per chi come lei era abituata ad avere gli occhi puntati.
Si chiese se qualcuno arebbe mai pianto per la sua dipartita, come avrebbe vissuto Alessandro senza di lei, e fu a quel pensiero che scacciò l'idea che quella sarebbe stata la sua ultima notte, non poteva abbandonare Alessandro, non ancora... prima voleva vederlo sposato e magari conoscere i suoi nipotini, quella non sarebbe stata la sua ultima notte, se mai qualcuno sarebbe perito sarebbe stato lo straniero.

Saldò la presa contro il manico del forcone era a pochi passi da lei, lo vedeva avanzare lentamente coperto dal manto della notte, il suo volto era celato dall'ombra e continuava a non riconoscere quei lineamenti che però le erano familiari, la rimandavano a un tempo passato, alla guerra che si era svolta piu di un anno prima...

Su quale fronte aveva incontrato quell'individuo? Ai tempi era amico o nemico?
Troppi erano i punti interrogativi per riuscire a trovare una soluzione a quell'enigma, ma presto avrebbe scoperto chi era, presto l'arcano sarebbe stato svelato.

Lentamente uscì in strada e si piazzò davanti alla figura puntandogli contro il forcone.
Alla luce della luna la sua spada cominciò a brillare tetra.
"Sono qui! Prendimi se ci riesci! Non scapperò più davanti a te"

Una risata si levò nell'oscurità della notte, sinistra e agghiacciante come poche aveva mai udito nella sua vita, in cuor suo sperò che la sua amata luna amica di tante notti, vegliasse su di lei in quel momento.
Face in passo in avanti stringendo il forcone con tale forza che le sue nocche divennero bianche, il vento stava lentamente rinforzando raggelandole la schiena.

Fu questione di pochi attimi.
Una folata di vento e il cappuccio dell'uomo cadde scoprendo quel viso.

Il cuore di Sophie perse un battito e le cadde dalle mani il forcone, sul suo viso solo un espressione di puro sgomento