Una bella serata... solitaria

Quella sera Sofia si sentiva da sola... stranamente non riusciva a chiacchierare con gli amici (msn nn va) e si sentiva un po sola cosi andò in taverna e si spillò un buon boccale di birra

"Non si può bere da soli!"
Si presentò così messer Sgarasacchi, facendo il suo ingresso.
Si spillò una birra e sedette accanto a Sophy.
"Inizia l'autunno, preludio all'inverno" le disse.
"Questo è tempo di riflessione e di preparazione a giorni difficili e rischiosi.
Non essere cupa, è tempo di semina, non di tristezza."
E guardò assorto nei suoi occhi, sprofondando in quel mare, così grande e misterioso.

Fece tintinnare il bicchiere contro quello di Sgarasacchi e gli sorrise... la ringrazio messere...
"L'estate è giunta al termine e tra poco la natura verrà coperta dal candido biancore della neve e il mondo cadrà nel suo riposo... è un buon momento per ricordare e pensare..."
Si perse un momento nei suoi pensieri... ricordò la neve dell'inverno passato...

Guardando Sophy, comprese che il suo sguardo diceva molto di più delle sue parole...
"Ci conosciamo da poco, ma e come se vi avessi già incontrata" e continuò fissando nel vuoto: "in questo tempo c'è bisogno di non perdere la speranza, c'è bisogno della certezza che qualunque cosa accada fa parte di un piano che desidera solo il nostro bene" affermò sicuro.
Poi si alzò e guardando dalla finestra le disse: "Il vostro castello è una dimora magnifica, posso fermarmi per un pò? Ho bisogno di un rifugio e di compagnia fidata, ho percorso molte miglia e sono molto stanco".
Si girò, in attesa di qualche cenno della dama.

"Messere... quel che mi turba è il colore della neve...
Lei non può saperlo, non può ricordarlo...lei non viveva ancora qui...
Fu l'inverno scorso... sembra passato un secolo ma non è passato nemmeno un anno...
Quando il sole con tutta la sua bellezza si levava nel cielo, la città si svegliava sotto il biancore della pallida neve... ma questo solo in città... fuori dalle mura la neve era macchiato di scarlatto..."
Sofia nascose il suo viso tra le mani come per reprimere quel ricordo
"Messere in quel periodo ogni notte il sangue macchiava la neve, però eravamo uniti... Siena splendeva nonostante tutto... eravamo compatti e veramente si voleva il bene e solo in bene della nostra Repubblica... quel che vedo ora invece mi sconforta..."

Tornò al bancone e stillo altri due bicchieri di chiara birra, una per lei e una per l'amico, poi sorridendo gli disse "Può fermarsi quanto vuole, sarà per me un onore poterla ospitare"

Si voltò verso la dama e dopo un sorso di birra la guardò intensamente. Sapeva dentro di se che lei aveva compreso la ragione del suo lungo viaggio.
"Sono tristi ricordi quelli che avete nel cuore, lo comprendo bene. Ma la vera libertà si conquista solo con il sacrificio, a volte anche di pochi"
E continuò: "Non c'è ragione di non sperare, soprattutto voi che avete già veduto. Sono certo che tornerà la primavera, e partirà proprio da questa rocca!"
Poi si scostò leggermente e assunse un'aria fiera, rizzando il capo e le spalle, la fissò nuovamente e le disse: "Sono qui per servirvi, ordinate e obbedirò, perchè ciò che comanderete nasce dal vostro cuore, grande e coraggioso!"
Fece un timido inchino del capo e attese.

Guardò l'uomo ergersi alto e fiero, la pelle era scurita dal sole dall'estate appena finita, e i suoi occhi profondi e risoluti esprimevano sincerità
"Messere quel che può fare è bere con me questa birra... son lusingata, molto... ma forse mi sopravaluta... cosa può fare una giovane donna in questo vasto mondo di avvoltoi?"